Care/i docenti, cari confratelli, care/i catechiste/i,
Abbiamo vissuto un’estate forse un po’ strana; infatti, dopo due mesi primaverili a casa da scuola e dagli incontri di catechismo, siamo tornati a stare a casa. Senz’altro però è stato un vivere fuori dalla scuola, approfittando del bel tempo e della bellezza delle nostre regioni ticinesi e svizzere. Ora rientriamo in buon ordine, con qualche incognita a cui però siamo più preparati.
Raccomandiamoci a vicenda di seguire i piani di protezione emanati dal dipartimento per le scuole medie e per le scuole medie superiori, sicuri che è per il bene di tutti, oltre che le disposizioni diocesane già emanate tempo fa per il catechismo (le regole al momento rimangono invariate).
Dovremo essere pazienti ed elastici in quanto seguiranno aggiornamenti in tal senso, quindi non dobbiamo abbassare la guardia.
Ricordiamoci che la nostra missione nella scuola e nelle aule di catechismo, pandemia o meno, è sempre una sfida delicata.
Vi formulo per quest’anno i miei migliori auguri con le parole di don Lorenzo Milani a proposito della scuola, ma che valgono assolutamente anche per il catechismo: “Se si perdono i ragazzi più difficili la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati”. Non possono non venirci in mente le parole di papa Francesco sulla Chiesa (la parrocchia) come ospedale da campo.
Avanti, con coraggio!
Don Rolando